Search
Close this search box.

La Partita IVA dalla A alla Z

lavoro

Non stiamo esagerando.

Questo articolo potrebbe davvero rispondere a tutte le tue domande sulla partita Iva.

Ma anzitutto una doverosa premessa.

Le norme cambiano costantemente e quanto riportato di seguito ha solo scopo informativo, non esaustivo. 

Ti invitiamo pertanto a contattare il tuo referente fiscale per ricevere precisa e aggiornata consulenza in materia. 

Se non ne avessi già uno o stessi valutando un miglioramento nella tua gestione fiscale, puoi rivolgerti a noi che con una call gratuita di 30 minuti sapremo orientarti senza alcun impegno da parte tua.

Essendo l’argomento complesso, abbiamo provato a schematizzare per punti chiave.

Puoi saltare così direttamente a ciò che maggiormente ti interessa ma per comprendere al meglio un paragrafo, potrebbe essere necessario aver preso visione anche dei precedenti.

La Partita IVA dalla A alla Z

In principio vi è la Prestazione Occasionale

Anzitutto va detto che non serve aprire Partita IVA per svolgere un’attività di lavoro autonomo. Se si rispettano determinate condizioni è possibile utilizzare la famosa prestazione occasionale, permettendoti così di “assaggiare” il tuo futuro lavoro. 

Per essere correttamente svolta, è necessario anzitutto che l’attività abbia i requisiti di occasionalità e non continuità. Inoltre:

  • non deve esserci alcun legame di subordinazione con il committente che ha commissionato il lavoro.
  • non può essere un’attività che già viene svolta in modo professionale.
  • non è possibile pubblicizzare la propria attività e di conseguenza sfruttare le funzionalità degli annunci pubblicitari dei social, avere un sito internet ecc.

Dunque qualsiasi sia l’incarico che da te svolto, al termine dovrai rilasciare una ricevuta di prestazione occasionale con i tuoi dati anagrafici e quelli del committente, il numero progressivo e la data di emissione, compenso lordo concordato tra le parti, ritenuta d’acconto del 20% ed il compenso netto. 

A seconda degli importi:

  • se la fattura supera i 77,47€ dovrà essere apposta anche la marca da bollo di 2€.
  • se i compensi non superano i 4.800€, la ritenuta d’acconto trattenuta in fase di emissione della ricevuta, può essere recuperata in sede di dichiarazione dei redditi.

Nel caso di superamento di 5.000€ in prestazione occasionale sarà necessario iscriversi alla Gestione Separata INPS e comunicarlo ai propri committenti che dovranno pagare ⅔ dei contributi spettanti e il restante ⅓ dovrà essere trattenuto in fase di emissione della ricevuta.

Come scegliere il regime fiscale

Il regime fiscale detta le regole da rispettare per il pagamento delle tasse e la gestione della contabilità di un’attività economica.

Vi sono due possibilità di scelta: 

  1. Il Regime Forfettario, pensato per agevolare l’apertura delle attività di lavoro autonomo e prevede:
  • per le nuove attività in determinate condizioni, la possibilità di pagare solo il 5% di tasse per i primi 5 anni di attività e successivamente solo il 15%.
  • costi legati alla propria attività determinati in maniera forfettaria a seconda dello specifico codice ATECO a cui è assegnata una percentuale denominata Coefficiente di Redditività che determina la parte dell’incassato che deve essere sottoposta a tassazione e, per differenza, quella che invece deve essere considerata come costo indipendentemente che tu abbia o meno delle spese legate allo svolgimento della tua attività.
  • la non applicabilità dell’Iva, conferendo quindi un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, in quanto i prezzi finali sono privi di maggiorazioni derivanti dall’applicazione dell’IVA.

Tutte queste agevolazioni comportano anche delle regole di accesso e mantenimento da verificare annualmente. 

  1. Il Regime ordinario, si applica come alternativa standard e prevede:
  •  l’applicazione della tassazione IRPEF basata su scaglioni di reddito, da una percentuale minima del 23% che aumenta progressivamente all’aumentare dei guadagni dichiarati. 
  • la possibilità di “scaricare” tutti i costi documentati legati alla propria attività. 
  • l’applicazione dell’IVA sulla vendita dei propri prodotti o servizi e i relativi adempimenti contabili e di versamento connessi.

Al momento della scelta tra i due regimi, è nostro parere che il focus vada riposto in particolare sui costi. Nel concreto, diventa conveniente scegliere o passare dal regime fiscale Forfettario a quello Ordinario se le spese per la propria attività sono superiori a quelle determinate forfettariamente per il proprio codice ATECO nel Regime Forfettario. Inoltre non è possibile cambiare regime continuamente ma… La scelta del regime fiscale pertanto è importantissima e deve essere determinata da un’attenta analisi dello specifico caso, da parte di un professionista. 

Trova il tuo codice ATECO

Una delle cose più importanti da fare nella fase in cui stai per aprire Partita IVA è la scelta del codice ATECO che più si addice all’attività che andrai a svolgere. Questo è usato per classificare le diverse attività che possono essere svolte in forma autonoma e viene indicato nel modulo d’apertura della partita IVA delimitando i “confini” entro i quali dovrai rimanere nello svolgimento della tua attività. 

 

E’ possibile avere più di un codice ATECO se si svolgono più attività contemporaneamente ma è consigliabile non averne più di 2 per non frammentare troppo il campo di azione. Piuttosto di avere tanti codici ATECO è meglio identificare al 1 o 2 codici che descrivono nel modo migliore la tua attività.

 

Come abbiamo precedentemente visto, il codice ATECO è particolarmente importante nel regime forfettario perché sulla base di questo viene assegnato il cosiddetto Coefficiente di Redditività che determina la percentuale sottoposta a tassazione dei tuoi ricavi.

 

Poiché la sua corretta determinazione è un’operazione che va studiata caso per caso, ti consigliamo di confrontarti con un consulente fiscale. 

 

Infine il codice ATECO determina anche la cassa previdenziale alla quale versare i contributi previdenziali ossia quelle somme di denaro necessarie per creare la tua futura pensione.

Qualche parola sui Contributi Previdenziali 

La cassa previdenziale alla quale dovrai versare questi contributi cambierà a  seconda dell’attività che andrai ad esercitare con la tua Partita IVA. 

Di seguito andiamo ad individuare quelle che sono le tipologie di enti previdenziali suddivise per le diverse professioni.

Le professioni che hanno una cassa privata dedicata, come Avvocati, Architetti e Psicologi, saranno obbligati a versare a quella determinata cassa seguendo le regole di versamento e le relative aliquote contributive dettate dalla cassa.

I professionisti che non hanno una cassa dedicata, come ad esempio le professioni digitali devono versare i contributi alla Gestione Separata INPS. La percentuale contributiva da pagare viene applicata al guadagno percepito quindi il vantaggio di questa cassa risiede nel fatto che se non incassi nulla non dovrai pagare nessun contributo.

 

I Commercianti e gli Artigiani al contrario devono versare i propri contributi alle relative casse gestite dall’INPS in quantità fissa e da pagare trimestralmente indipendentemente dall’effettivo guadagno. 

 

Inoltre una volta superato il limite di 16.243€ di incassato sarà necessario pagare la percentuale del 24,49% per i commercianti e il 24% per gli artigiani sull’eccedenza.

 

L’attività che decidi di svolgere può essere categorizzata in 2 diverse tipologie

  • quelle di tipo professionale e vi rientrano le professioni come l’avvocato, l’architetto o il web design.  
  • quelle che richiedono l’apertura di una ditta individuale e vi rientrano le attività artigiane come la parrucchiera, il tatuatore e il commercio elettronico (e-commerce).

 

I professionisti con età inferiore ai 35 anni godono di agevolazioni a livello contributivo stabilite nello specifico dalle casse previdenziali private tramite contributi ridotti per supportare l’inizio dell’attività riducendone i costi iniziali.

 

Inoltre ci sono anche bandi regionali e provinciali con agevolazioni e contributi a fondo perduto o a tasso agevolato a sostegno dei giovani che aprono la propria attività di lavoro autonomo. Bisogna però essere costantemente aggiornati, monitorando bene gli enti del territorio dove è stato indicato lo svolgimento della propria attività.

Ma come si apre Partita Iva?
  • Per le attività di tipo professionale la pratica di apertura della Partita IVA si concretizza nella sola compilazione ed invio all’Agenzia delle Entrate del modulo di richiesta di apertura della Partita IVA. 
  • Per le attività di tipo artigianale e commerciale oltre alla compilazione e all’invio del modulo sarà necessario anche la registrazione all’albo Artigiani o alla Camera di Commercio.

 

Una volta inviati questi documenti e ricevuta una risposta da parte degli enti, avrai il tuo numero di partita IVA e potrai iniziare a fatturare.

 

Quindi di per sé, la pratica d’apertura della partita Iva è gratuita, ma ci sono passaggi burocratici da seguire che comportano possibili errori e gran perdita di tempo.

 

Possiamo quindi dire che come fisso per tutte le tipologie d’attività, vi è la consulenza fiscale del commercialista a cui, solo in caso di apertura di una ditta individuale, si aggiungono il costo di iscrizione alla Camera di Commercio o all’Albo degli Artigiani (da sostenere una sola volta all’atto di registrazione) e il diritto camerale annuale (da versare ogni anno in misura fissa). 

 

Restano come importi variabili, cioè dipendenti dall’andamento dei guadagni derivanti dall’attività di lavoro autonomo, l’importo delle tasse, calcolato in percentuale così come i contributi.

In conclusione: riflettici bene.

Avviare un’attività è un passo molto importante ed è opportuno avvalersi di chi ha serie competenze in materia.

 

Infatti e come avrai capito, è essenziale scegliere bene sia il sé, sia il quando che il come, procedere ad partita Iva.

 

Noi dello Studio De Lorenzo, lo facciamo da quasi 40 anni e prevediamo una consulenza gratuita d’orientamento idonea a comprendere al meglio la tua situazione specifica.

Infatti a parer nostro, è quantomeno avventato, voler fin da subito aprire partita Iva, e quindi sostenere i costi dei relativi adempimenti, senza aver una minima “sicurezza” che questa possa e voglia essere davvero una strada per te percorribile.

 

Nello Studio De Lorenzo, quando qualcuno ci contatta entusiasta di avviare un’attività in proprio, come prima cosa ci accertiamo che abbia la dovuta consapevolezza del percorso che vuole intraprendere. 

 

In questo senso, abbiamo spesso fatto risparmiare tempo e soldi a tante persone ancora troppo con idee confuse o improvvisate. 

 

E meglio così che avere un cliente inutilmente insoddisfatto delle proprie decisioni non opportunamente avallate da un vero professionista.

 

Studio De Lorenzo